
Sardegna un ottobre da Selvaggio Blu

Per la seconda volta affronto questo ‘viaggio’ attraverso uno dei luoghi naturali più incantevoli del Mediterraneo e d’Europa, un ambiente naturale modificato nei millenni dall’uomo ma che è rimasto, grazie alla sua ‘durezza’, poco contaminato dalla presenza umana.
Non vi sono infatti punti di sosta, ristoro e rifornimento lungo il percorso del Selvaggio Blu, solo ovili non più utilizzati che rimangono a testimonianza di una dura vita passata. Per non stramazzare carichi di vettovaglie e acqua ci si deve affidare ai rifornimenti che arrivano dal mare, con i gommoni, o da terra con le jeep che percorrono strade sterrate lunghe ed accidentate.
È stato un viaggio anche nella cultura e la vita della gente sarda che per generazioni ha basato un’economia di sussistenza sulla pastorizia in quei luoghi così aspri. L’ottima assistenza logistica della Cooperativa Goloritzè e la perfetta guida lungo il percorso da parte di Roberto, la nostra guida locale, hanno fatto la differenza. Abbiamo mangiato cibo semplice ma da re; piatti tipici cucinati con i metodi tradizionali dei pastori, dai ragazzi della Cooperativa che ci aspettavano al punto di sosta; abbiamo appreso le tradizioni, gli stili di vita, le storie tramandate dei pastori che in quei luoghi vivevano e lavoravano, raccontato da Roberto con descrizioni minuziose e cariche di amore per la sua terra; abbiamo goduto dei semplici ma nel contempo lussuosi piaceri nel fare la doccia calda in mezzo al bosco o dormire sotto un cielo meravigliosamente stellato, con la compagnia dei maiali che ci venivano a visitare di notte. Il mese di ottobre è magico in Sardegna; l’acqua del mare ha una temperatura perfetta per il bagno, la temperatura è mite, la luce calda e dolce. Abbiamo esplorato anche i segreti del territorio, ci siamo infilati in grotte che attraversano le montagne, sbucando sopra il mare, calandoci sul blu intenso.
È stato un trekking da ‘signori’, ma ce lo siamo dovuti guadagnare: un itinerario molto impegnativo per il terreno accidentato, per i numerosi saliscendi, i passaggi tecnici, le calate di corda, le arrampicate, la lunghezza delle tappe. Abbiamo camminato, infatti, una media di 8 ore al giorno, con una punta di 10 ore, con dislivelli giornalieri che andavano dai 600 ai 1200 metri.
Una vacanza ed un viaggio perfetti, con una compagnia di amici che ha saputo apprezzare tutto quello che hanno scoperto in questo angolo d’Italia, specie alla sera, alla fine della bottiglia di mirto quotidiano.
La Sardegna è una terra davvero magica.
Davide Crescenzio.